Eventi ed Attività

Ciclismo

Il Passo Manghen è uno dei più celebri passi dolomitici del Giro d'Italia, particolarmente duro per la sua lunghezza e le ripide salite. Molte le volte che hanno registrato il passaggio del Giro sullo storico valico tra Valsugana e Val di Fiemme. La prima nel 1976 nella tappa che partiva da Vigo di Fassa per concludersi alle Terme di Comano. In vetta al Manghen (prima delle due asperità di giornata) scollinarono in testa Francesco Moser e Roberto Poggiali. Obiettivo del tandem della Sanson attaccare la maglia rosa De Muynck (il belga aveva sfilato la rosa a Gimondi il giorno prima al Gardeccia). Da abile discesista, Moser, creò il vuoto. Il tandem della Sanson percorse l’intero tratto della Valsugana improvvisando una cronometro a coppie. Non sufficiente, però, per contrapporsi al ritorno degli inseguitori. Spettacolare il passaggio del Giro del 25 maggio 2012 nel corso della tappa da Treviso all’Alpe di Pampeago vinta dal ceco Roman Kreuziger davanti al canadese Ryder Hesjedal che due giorni dopo, nella cronometro finale, si sarebbe aggiudicato il Giro con 16 secondi di vantaggio sullo spagnolo Joaquim Rodriguez. L’ultimo passaggio risale al 1 giugno 2019: dopo mesi di chiusura causati dai lavori di ripristino del tracciato a causa della tempesta Vaia, il Giro è tornato sul Manghen nella tappa che vide la salita prima di Cima Campo, poi del Passo Rolle e nel finale l’ascesa fino al traguardo di Croce d’Aune – Monte Avena. L’itinerario si snoda lungo la strada provinciale 31. Partendo dalla Val di Fiemme, nei pressi dell’abitato di Molina, la salita nella prima parte si presenta molto regolare: poi la pendenza aumenta decisamente, soprattutto nel tratto finale. La pendenza media del tracciato è del 7,6%, con un picco massimo rilevabile del 15%. I tempi di percorrenza variano naturalmente a seconda dell’andatura: da 2h.03m con VAM 600 a 0h.46m con VAM 1600. Iniziando la salita da Telve, sono 21 i km da affrontare. I primi chilometri sono impegnativi, ma solo dopo una decina di chilometri inizia la salita vera che, in alcuni punti, presenta pendenze attorno al 13 %. Gli ultimi 7 chilometri che portano a quota 2000 m si percorrono lungo un alternarsi di tornanti e salite: il fiato potrebbe venire a mancare, ma sulla cima si gode un panorama incredibile e, naturalmente, le prelibatezze del Rifugio attendono gli affaticati bikers per il giusto ristoro.

Rally

Questo valico non è conosciuto solo per il ciclismo, ma anche per il rally. La prova speciale del Manghen all'interno del Rally di San Martino di Castrozza, attirava negli anni 70 folle di giovani. All'epoca ancora sterrata faceva infatti parte del campionato europeo. Ogni anno, verso la prima metà di settembre, l’appuntamento si ripete e la famiglia Micheletti vi attende al Passo Manghen per godere dello spettacolare passaggio delle auto da corsa.

Trekking

Passo Manghen è una frequentata meta estiva, base di partenza per le escursioni nella Catena del Lagorai. Lago delle Buse e alberi secolari “Eterno” e “Re Leone”: percorso andata e ritorno sullo stesso tracciato con lievissimo dislivello (circa 1h e 20 m in totale). A sinistra del rifugio, sul versante nord del passo, verso il piccolo laghetto di Cadinello, parte un sentiero che passa accanto a una cappella scavata nella roccia dedicata ai “caduti delle guerre” (SAT n. 322/A). Il percorso parte in leggera discesa per poi risalire fino al famoso tronco di Pino cembro, noto come l'Eterno. Si tratta di un esemplare di cirmolo che ha più di mille anni e ancora troneggia sul suo blocco di porfido a vigilare sulla valle sottostante. Superato questo punto si prosegue per qualche centinaio di metri fino a giungere alla piana dove si trova adagiato il magnifico laghetto. Incastonato tra le montagne, luogo di pascolo tranquillo e habitat ideale dei tritoni alpini, il Lago delle Buse è una perla nel cuore del Lagorai. Dal lago si può proseguire alla ricerca dell’altro famoso cirmolo conosciuto come “Re Leone”, grande e maestoso pino cembro. Per raggiungerlo si scende fino a Malga Buse seguendo un sentiero che inizia poco prima del Lago: si costeggia sulla destra l’edificio usato d’estate come alpeggio fino ad incontrare un ruscello, poco più avanti in direzione est, appena sotto il sentiero, si incontra lo spettacolare cirmolo. L’albero ha una circonferenza superiore ai 5 m ed è alto quasi 20 m; si presume che abbia circa 700-800 anni. Il percorso si allunga così di altri 40 minuti (2 ore in totale). Passo Manghen - Lago delle Stellune: sentiero SAT n. 322/A, tempo di percorrenza 6 ore e 30 minuti circa, andata e ritorno. Si segue l’itinerario fino al lago delle Buse e si prosegue su una mulattiera militare selciata risalente agli anni della Grande Guerra, che passa a ridosso del versante settentrionale del Montalon. Seguendo il segnavia SAT n. 322 in direzione “Pian delle Fave – Forcella Valsorda – Lago delle Stellune”, si continua fino a portarsi ai piedi della Forcella del Montalon. Proseguendo sempre per il sentiero 322 in direzione Forcella Valsordasi transita sopra il Pian della Maddalena fino ad incrociare il sentiero SAT n. 318 che scende al Lago delle Stellune. Il ritorno si effettua lungo il tragitto di andata oppure andando verso il Monte Ziolera. Volendo è possibile allungare l’itinerario salendo alla forcella Montalon per osservare la Val Montalon ed il sottostante omonimo laghetto. Anello Passo Manghen - Cima Ziolera – Lago delle Buse: dal Rifugio si sale al Passo e si scende leggermente verso sud fino ad imboccare il sentiero ai Piedi del Monte Ziolera. Il percorso conduce velocemente alla Forcella del Frate. Da qui, sempre seguendo il sentiero SAT n. 322 che aggira il monte Ziolera si giunge al Lago delle Buse per poi ritornare al Rifugio di partenza. Il tempo totale del giro e di circa 3 ore. Anello Passo Manghen - Herta Miller Haus: sentiero SAT n. 322, tempo di percorrenza 5 ore circa. L’Herta Miller Haus era un ospedale militare austriaco durante la Grande Guerra. Fu costruito nell’estate del 1915 dagli Standschutzen del Battaglione 1/102° Auer. L’infermeria prende il nome dalla crocerossina e moglie del medico militare che operava in zona, che, dopo la morte del marito travolto sotto la valanga di Valsolero insieme ad un centinaio di militari austro-ungarici e prigionieri russi, perse la ragione a causa delle ferite subite nel medesimo incidente. Il piccolo edificio è stato recentemente recuperato e restaurato: al suo interno si trova ancora parte del pavimento in legno originale. All’esterno è ancora visibile la targa originale in cemento incastonata sulla facciata. Si segue l’itinerario fino alla Forcella del Frate e si prosegue verso Forcella Ziolera (2250 m). Si seguono le indicazioni per Cima Valpiana: l’ospedale si trova sul versante meridionale della Cima. Per il rientro si segue il segnavia SAT n. 361 che si snoda l’ungo l’antica mulattiera militare e conduce al lago delle Buse. Da lì si prende il sentiero SAT n. 322/A che riporta al Rifugio. Passo Manghen – Bivacco Ana Mangheneti - Monte Croce: in direzione ovest dal Passo, seguendo il sentiero SAT n. 310, si raggiunge il Bivacco Mangheneti. Costruito nel 1986 dal Gruppo Alpini di Telve, il piccolo bivacco è tappa della Translagorai, la lunga traversata della catena del Lagorai che parte dal monte Panarotta e arriva al Passo Rolle. La piccola costruzione si trova in una bellissima posizione sotto la cima del Monte Fornace e del Monte Cadino: da qui si gode un panorama meraviglioso e una visione ottimale dell’orografia alpina della zona. Il tempo di percorrenza è di circa 1 ora e 30 minuti (andata e ritorno). Sempre proseguendo sul sentiero SAT n. 310, dal Bivacco Mangheneti si segue per passo Cadino, per poi salire verso la Cima del Monte Croce: spettacolare il panorama dalla vetta di 2490 m, la più elevata della zona (tempo di percorrenza 8 ore circa, andata e ritorno).
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Rifugio Passo Manghen
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